martedì 6 ottobre 2009

Lezione 10 - Kana 3

Ed eccoci alla lezione 10. In questa lezione andiamo avanti con il sillabario Hiragana. Come abbiamo detto nelle precedenti lezioni, l'Hiragana consta di 46 caratteri, e con questa lezione siamo già a metà. Ricordate le due lezioni precedenti sull'Hiragana? La Lezione 6 e la Lezione 8 introducevano le serie delle vocali, della k (con la sua derivata della g), della s (con la sua derivata della z), della t (con la sua derivata della d).
Vediamo adesso la "Serie della N":



Non ci dilunghiamo sulla pronuncia, visto che è identica all'italiano. Semplice vero?
Vediamo invece l'ordine dei tratti per i singoli caratteri:
Hiragana な na Il carattere "na".

Hiragana に ni Il carattere "ni".

Hiragana ぬ nu Il carattere "nu".

Hiragana ね ne Il carattere "ne".

Hiragana の no Il carattere "no".

Come sempre, esercitatevi nella scrittura, riempiendo pagine su pagine.

Piccolo esercizio.
Scrivete le seguenti sillabe in hiragana:
na, ne, nu, ni, no, ne, nu, na, ni, no, ka, ghi, go, sa, chi, ku, ze, to, ge, tsu, na, no, shi, ji, za, ke, ghi, ni, to.

Imparate a scriverle in ordine sparso, non nell'ordine della serie, così rendete la memoria più elastica e fissate i caratteri in maniera più incisiva.

Vediamo adesso la "Serie della H":



Ed ecco la corretta esecuzione dei tratti per questi caratteri:

Hiragana は ha Il carattere "ha".

Hiragana ひ hi Il carattere "hi".

Hiragana ふ fu Il carattere "fu".

Hiragana へ he Il carattere "he".

Hiragana ほ ho Il carattere "ho".

 La "Serie della N" non usa i dakuten, cioè i piccoli apostrofi in alto a destra che ne modificano il suono, mentre la "Serie della H" li utilizza per ottenere la "Serie della B".
Oltre ai dakuten, la "Serie della H" utilizza un altro simbolo, chiamato handakuten o maru, che ha la forma di un piccolo cerchietto, e che posto sempre in alto a destra permette di ottenere la "Serie della P".
Quindi ricapitolando:
- serie della h + dakuten = serie della B
- serie della h + handakuten = serie della P

Vediamo come si presentano queste due serie derivate:



La "Serie della H" è l'unica ad utilizzare l'handakuten. Quindi, nel caso vediate un carattere hiragana con un cerchietto in alto a destra, sarete sicuri che appartiene ai suoni della h e a nessun altra serie.
Per completezza, aggiungiamo le animazioni per capire come scrivere correttamente anche questi caratteri:

Hiragana ば ba Il carattere "ba".

Hiragana び bi Il carattere "bi".

Hiragana ぶ bu Il carattere "bu".

Hiragana べ be Il carattere "be".

Hiragana ぼ bo Il carattere "bo".

Ecco l'ordine corretto dei tratti per la serie p, praticamente uguale alla precedente eccetto l'handakuten:

Hiragana ぱ pa Il Carattere "pa".

Hiragana ぴ pi Il Carattere "pi".

Hiragana ぷ pu Il Carattere "pu".

Hiragana ぺ pe Il Carattere "pe".

Hiragana ぽ po Il Carattere "po".

Esercitatevi come sempre nella scrittura di questi nuovi caratteri hiragana. La serie della P merita particolare attenzione, fate sempre un controllo se sono presenti dakuten o handakuten.

Bene. La lezione 10 è finita!!

Alla prossima lezione, dove affronteremo il verbo "essere"!!

domenica 4 ottobre 2009

Lezione 9 - Pronomi

In questa lezione impareremo qualche nuovo termine, e precisamente i pronomi. Dopodiché potremo iniziare a creare qualche semplice frase in giapponese!
  • Quelli - れら (sorera)
  • Io (forma cortese) - たし (watashi)
  • Io (maschile informale) - く (boku)
  • Io (femminile informale) - たし (atashi)
  • Tu (cortese, come il "lei" italiano) - なた (anata)
  • Noi - わたしたち (watashitachi)
Vediamo la pronuncia:
- Quelli: れら sorera, si pronuncia "sorèra", con accento sulla e. 
- Io (maschile e femminile formale): わたし si pronuncia "uatascì". 
- Io (maschile informale): く (boku) si pronuncia "bok(u)", con la "u" appena accennata. 
- Io (femminile informale): たし (atashi) si pronuncia "atascì", con accento sulla "i". 
- Tu (cortese): なた (anata), si pronuncia "anatà", con accento su "a" finale. 
- Noi, わたしたち (watashitachi): si pronuncia "uatàsc'taci", accennando appena la "i" di "shi". 


Già da questi primi pronomi avrete sicuramente notato che esistono due forme del pronome di prima persona singolare. Questo per introdurre un argomento di fondamentale importanza nel giapponese, ossia i livelli di cortesia. Nel caso in cui un interlocutore è più giovane dell'altro, ad esempio uno studente si rivolge al suo professore, userà certi termini e non altri. Di certo non si azzarderà a dare del "tu" al professore. Un gruppo di giovani parlerà con un linguaggio confidenziale che non userebbe mai di fronte ai propri genitori. In Giappone, la cortesia che nel nostro linguaggio si indica ad esempio dando del "lei" a chi abbiamo davanti, diventa una cosa alquanto complessa perché prevede diverse forme di questa in base a chi parla e all'interlocutore o interlocutori presenti, e farà inoltre distizione se chi parla è un uomo o una donna, un bambino o un giovane. I livelli di rispetto e cortesia non riguardano solo i pronomi, ma anche le forme verbali cambiano desinenza in base alla situazione. Questo complesso sistema di espressioni cortesi e di rispetto prende il nome di Keigo, e il suo utilizzo in alcuni casi è difficile e complicato persino per i giapponesi, quindi vedremo caso per caso queste espressioni man mano che si presenteranno più avanti. Un aspetto del Keigo è comunque facile da capire: in Giappone, chi è più anziano merita rispetto a prescindere (cosa che non guasterebbe neanche in Italia...). 
Vediamo gli altri pronomi:
  • Lui (Egli) - れ (kare) 
  • Lei (familiare) - のじょ (kanojo) 
  • Loro (maschile) - れら (karera)
  • Loro (femminile) - のじょたち (kanojotachi)
  • Voi - あなたたち (anatatachi)
Non è molto cortese rivolgersi alle persone con "egli" o "lei" o "tu". È preferibile utilizzare il loro nome.
Esistono ovviamente altre forme per i pronomi. Vediamo quelle del pronome di prima persona singolare:
  • Io - わたし (watashi, si pronuncia "uatascì"), è la forma più usata e comune, sia maschile che femminile.
  • Io - わたくし (watakushi, si pronuncia "uatakscì"), è la forma di rispetto, meno comune rispetto alla precedente.
  • Io - ぼく (boku, si pronuncia "bok(u)" con la "u" appena accennata), è la forma familiare usata solo dagli uomini.
  • Io - おれ (ore, si pronuncia "orè"), è una forma molto familiare usata solo dagli uomini che denota superiorità di chi parla. Usata solo con persone con cui si ha molta confidenza, perché altrimenti assume un tono pesantemente offensivo. (Un esempio dai manga: È usatissimo, proprio con il senso di superiorità e di sfida, dal personaggio Monkey D. Rufy, protagonista del famoso manga "ONE PIECE").
E per la parte dei Kanji, vi aggiungo quello relativo proprio a "Io": (si legge: "uatascì" o "uatak'scì" o "atascì").

La lezione 9 è terminata!!

Imparate i pronomi perché serviranno nelle lezioni successive!!


lunedì 28 settembre 2009

Lezione 8 - Kana 2

Torniamo di nuovo ad accuparci dell'Hiragana. In questa lezione vedremo la serie della S e la serie della T.
Ecco la serie della S:

Avete sicuramente notato che il secondo carattere ha una particolarità. Invece di "si", è scritto "shi".
La pronuncia:
- sa: identica all'italiano
- shi: si pronuncia "sci"
- su: identica all'italiano, però ricordate il verbo す (desu)? In questo caso la u si omette...
- se: identica all'italiano
- so: identica all'italiano, con l'accortezza di fare una "o" chiusa.

Di seguito trovate le immagini animate con la corretta esecuzione dei tratti:
Hiragana さ sa Il carattere "sa" - Per primo il tratto orizzontale.

Hiragana し shi Il carattere "shi" - Richiede un solo tratto.

Hiragana す su Il carattere "su" - Si scrive per primo il tratto orizzontale.

Hiragana せ se Il carattere "se" - Sempre il tratto orizzontale per primo.

Hiragana そ so Il carattere "so" - Un tratto continuo, simile alla nostra z.

Scrivete tante volte i nuovi caratteri, vi aiuterà a memorizzarli in fretta. Esercitatevi con le lezioni precedenti a riconoscere i nuovi caratteri hiragana imparati tra il testo scritto in giapponese. Leggeteli a voce alta, è un modo per associare quel carattere al suo suono specifico.

Vediamo adesso la serie della T:

Anche questa serie presenta alcuni suoni diversi rispetto a quelli che ci aspettavamo. Sono i suoni "chi" e "tsu".
La pronuncia:
- ta: identica all'italiano.
- chi: si pronuncia "ci" come nella parola "cibo".
- tsu: si pronuncia "zzu" con una doppia z, senza esagerare!
- te: pari pari all'italiano, come in "Teramo".
- to: idem come sopra, come in "Torino".

Ed ecco le immagini animate con la corretta esecuzione dei tratti:
Hiragana た ta Il carattere "ta" - Da sinistra verso destra.

Hiragana ち chi Il carattere "chi" - È il rovescio di さ (sa).

Hiragana つ tsu Il carattere "tsu" - Un semplice tratto singolo.

Hiragana て te Il carattere "te" - Simile al nostro numero 7.

Hiragana と to Il carattere "to" - Una sorta di Y.

Nella Lezione 6 avevamo parlato dei piccoli apostrofi (dakuten) che trasformano alcune serie di consonanti in altre serie con una pronuncia diversa. Ebbene le serie della "s" e della "t" con i dakuten, permettono di ottenere:
- Serie della "s" > Serie della "z"
- Serie della "t" > Serie della "d"

Vediamo la serie della "z", derivata dalla "s":

Anche in questo caso, qualche suono cambia, "shi" diventa "ji".
La pronuncia:
- za: come in italiano.
- ji:  si pronuncia come nella parola "giro".
- zu: identica all'italiano.
- ze: identica all'italiano.
- zo: identica all'italiano.
Ed ecco le animazioni con l'esecuzione corretta dei tratti per questa serie. Ricordatevi i dakuten in alto a destra:
Hiragana ざ za Il carattere "za".

Hiragana じ ji Il carattere "ji".

Hiragana ず zu Il carattere "zu".

Hiragana ぜ ze Il carattere "ze".

Hiragana ぞ zo Il carattere "zo".

Vediamo invece la serie della "d" derivata dalla serie della "t":

Osservate la pronuncia di "ji" e "zu". Sono le stesse della serie "z". Stessa pronuncia ma hiragana diversi. Fate attenzione!
Le pronunce:
- da: uguale all'italiano.
- ji: si pronuncia "gi" come in "gita".
- zu: si pronucia come in italiano, con una z non troppo marcata.
- de: come in italiano.
- do: uguale all'italiano.

Vediamo l'esecuzione corretta dei tratti anche per questa serie:
Hiragana だ da Il carattere "da".

Hiragana ぢ ji Il carattere "ji".

Hiragana づ zu Il carattere "zu".

Hiragana で de Il carattere "de".

Hiragana ど do Il carattere "do".

Non scordatevi i piccoli apostrofi (dakuten) in alto a destra!

Esercitatevi nella scrittura. Scrivetene tanti! Una volta memorizzati, provate a scriverli non seguendo l'ordine che abbiamo presentato. Ad esempio: scrivete i seguenti caratteri hiragana in questo ordine:

- za, de, sa, chi, zu, do, te, shi, ze, ta, ke, ghi, a, i, to, chi, sa, za, o, u, tsu, ji, ko, i, sa, ke, ki, shi, ga

Oppure, altro esercizio, pronunciate uno dopo l'altro questi caratteri:

- か ず で ぜ さ ち ど げ じ ぢ く あ い お づ ず ぞ と い き が ぎ う つ こ ご

Li avete letti in fretta oppure avete indugiato più del previsto su qualcuno?

E siamo giunti al termine della Lezione 8!!

Alla prossima lezione. Impareremo i pronomi...

Lezione 7 - I Mesi

In questa lezione impareremo i mesi. Memorizzarli sarà semplicissimo.
Vi ricordate quando ho parlato dei classificatori nella Lezione 3 sui numeri? I mesi sono infatti dei classificatori.
In Giappone si usano 12 mesi come i nostri, iniziando da Gennaio sino a Dicembre. Il tutto è semplificato dal fatto che per dire un mese, basta mettere il numero corrispondente e aggiungere il classificatore, che è (gatsu: pronuncia "gazzu"):
  • Gennaio - いちがつ (ichigatsu)
  • Febbraio - がつ (nigatsu)
  • Marzo - さんがつ (sangatsu)
  • Aprile - がつ (shigatsu)
  • Maggio - がつ (gogatsu)
  • Giugno - ろくがつ (rokugatsu)
  • Luglio - しちがつ (shichigatsu)
  • Agosto - はちがつ (hachigatsu)
  • Settembre - がつ (kugatsu)
  • Ottobre - じゅうがつ (juugatsu)
  • Novembre - じゅういちがつ (juuichigatsu)
  • Dicembre - じゅうにがつ (juunigatsu)
Ricordate i giorni della settimana? La costruzione per dire il mese è uguale. Dopo il mese si aggiunge す(desu: pronuncia "dess", con la u appena accennata):

"Mese" + です

Esempio:
- È Settembre: くがつ です (kugatsu desu)
- È Gennaio: いちがつ です (ichigatsu desu)

Attenzione ad alcuni numeri, che vanno detti in maniera diversa. Ad esempio Aprile, che ha il numero 4, invece di dire "yon" si dice "shi". Settembre ha il numero 9, che invece di "kyuu", ha "ku".
I classificatori dei mesi hanno modificato la pronuncia di alcuni numeri, ma per la maggior parte rimangono invariati.
Adesso sapete come dire i mesi in giapponese, che sono facilissimi da ricordare, anche più dei nostri.

Vi avevo accennato ai kanji come sistema di scrittura, oltre all'hiragana e al katakana nella Lezione 6. Vi aggiungo una tabella con la scrittura in kanji dei mesi (insieme all'hiragana, per non sbagliare...).


 Noterete subito la corrispondenza in rosso tra i numeri imparati nella Lezione apposita e i corrispettivi kanji. Il classificatore ovviamente ha sempre lo stesso kanji:
- 月 e si legge in questo caso つ (gatsu), che vuol dire "mese". Quindi tradotti letteralmente, i mesi giapponesi diventano, Mese 1, Mese 2, Mese 3, etc..

 La Lezione è finita!!
Esercitatevi a scrivere i mesi e imparate i primi kanji!

Alla prossima lezione.

domenica 27 settembre 2009

Lezione 6 - Kana 1

Ed eccoci alla sesta lezione, e qui le cose si fanno interessanti. Prima di tutto, qualche spiegazione. La lingua giapponese si serve di tre sistemi per scrivere e sono:
- il sillabario Hiragana
- il sillabario Katakana
- i Kanji

L'Hiragana possiamo dire è il sistema di base. Viene insegnato sin dall'asilo e consta di diversi caratteri, ognuno dei quali esprime una sillaba. Ogni vocale ha poi il suo proprio simbolo.
Esempio:
- per scrivere la sillaba "Ka" si usa questo carattere:
- per scrivere la sillaba "Ne" si usa questo carattere:
e così via per tutte le sillabe possibili: ka, ki, ku, ke, ko hanno ognuna il suo simbolo hiragana.

Il Katakana è un altro sillabario con simboli diversi utilizzato esclusivamente per scrivere parole straniere. Per scrivere "Italia", non si userà quindi il sillabario Hiragana, ma quello Katakana. Da poco tempo comunque si è diffusa la "moda" di utilizzare il katakana non soltanto per scrivere parole straniere, ma anche parole giapponesi. Soprattutto tra i giovani, è molto "trendy" scrivere il proprio nome in katakana anziché con i Kanji.
Esempio:
- per scrivere la sillaba "Ta" si usa questo carattere:
- per scrivere la sillaba "Ri" si usa questo carattere:
- la vocale "i" ha questo carattere:
- la vocale "a" ha questo carattere:
Possiamo scrivere quindi la parola "Italia" in Katakana: イタリア
Fate caso che il suono "Li", non esiste e viene reso con "Ri". Questo perché in giapponese, il suono "r" non è come il nostro, ma è una via di mezzo proprio tra "r" ed "l". Adesso avete compreso come mai i giapponesi quando parlano un pò di italiano, al posto della "r", fanno un suono strano che è una via di mezzo cioè r/l.

I Kanji sono gli ideogrammi derivati dalla scrittura cinese. Sono quei simboli composti da vari tratti, alcuni molto complessi. Ad esempio:
- questo è un kanji e si legge "kuruma" (scritto in hiragana: くるま) e vuol dire "automobile".
Se fate attenzione ai tratti, noterete che assomiglia a un carro a ruote visto dall'alto. I due tratti orizzontali rappresentano le ruote. Il tratto verticale l'asse, e il quadrato centrale rappresenta il cassone. La simbologia dei kanji in alcuni casi è semplice, in altri è piuttosto complicata.
Ci si chiederà: "perché complicarsi la vita con i kanji se possiamo scrivere tutto quanto con l'hiragana?" E la risposta è che: "la lingua giapponese è piena zeppa di omofoni", cioè parole che scritte in hiragana sarebbero tutte uguali ma hanno significati completamente diversi. L'unico modo per distinguerle è utilizzare kanji diversi che attribuiscono il giusto significato agli omofoni.

Per ora, comunque, rivolgeremo la nostra attenzione al sistema-base, cioè al sillabario hiragana. Più avanti prenderemo confidenza anche con i più complessi kanji.
P.S. Se sentite qualcuno parlare di "alfabeto giapponese" o "alfabeto hiragana", fategli presente che in Giappone l'alfabeto, così come lo intendiamo noi, non esiste. Esistono due sillabari, i Kanji e basta!

E adesso impareremo i primi caratteri hiragana, quelli relativi alle vocali, che in giapponese vanno in questo ordine: a, i, u, e, o.



I diversi tratti che compongono un carattere vanno scritti in un ordine preciso, che andrebbe seguito in modo da scrivere il carattere correttamente.  Non è obbligatorio, ma imparando l'ordine giusto, si semplifica la scrittura del carattere, che diventa automatica e diminuisce la probabilità di fare casino con i tratti e quindi di sbagliare. Queste le regole generali:
- I tratti si scrivono da sinistra verso destra
- I tratti orizzontali si scrivono prima di quelli verticali
- I tratti diagonali da destra verso sinistra si scrivono prima di quelli che vanno da sinistra verso destra
- I tratti verticali centrali vengono prima dei tratti ai lati
- I tratti esterni vanno prima di quelli interni
- I punti e i tratti piccoli vanno per ultimi

Di seguito potete vedere come vanno scritte correttamente, con l'ordine giusto dei tratti:
Hiragana あ a Il carattere "a".

Hiragana い i Il carattere "i".

Hiragana う u Il carattere "u".

Hiragana え e Il carattere "e".

Hiragana お o Il carattere "o".

Vediamo la serie successiva. Questa serie inizia con la "K" a cui si aggiungono le vocali nell'ordine presentato prima: Ka, Ki, Ku, Ke, Ko





Vediamo l'ordine corretto dei tratti per la serie della k:
Hiragana か ka Il carattere "ka".

Hiragana き ki Il carattere "ki".

Hiragana く ku Il carattere "ku".

Hiragana け ke Il carattere "ke".

Hiragana こ ko Il carattere "ko".

Prendete carta e penna ed esercitatevi nella scrittura. Scrivetene una marea. Consiglio di prendere un quaderno a quadretti. Provate a scrivere il carattere entro 4 quadratini piccoli, è un modo per prendere dimestichezza con le dimensioni e le lunghezze dei tratti.

Esempi:







Riempite pagine su pagine dei caratteri imparati. È un pò come tornare in prima elementare, vero?...
Proviamo a scrivere qualche parola che già conosciamo con le lettere che abbiamo appena imparato. Riguardatevi la Lezione 4 sui colori. Ricordate il colore "blu"? Si diceva "aoi". Adesso sappiamo scriverlo in hiragana: あおい (aoi). Se invece andate alla Lezione 1 riconoscerete subito le parole "buono" いい (ii), e "no" いいえ (iie). Controllate tutte le lezioni precedenti ed esercitatevi a riconoscere i caratteri che avete imparato.
Proviamo qualche altra parola che utilizza le due serie, quella delle vocali e quella della "k":
- おか (oka) - significa "collina"
- いく (iku) - è il verbo "andare"

La serie della "k" può anche essere trasformata nella serie della "g", aggiungendo dei piccoli segni che ne modificano la pronuncia. Si tratta di due piccoli "apostrofi" messi in alto a destra del carattere originario, e si chiamano dakuten. Ecco la serie della "k" trasformata in serie della "g":



L'ordine corretto dei tratti per questa serie è identico a quello della serie da cui prende origine. Però per evitare dubbi, ecco di seguito le animazioni dei tratti per questa serie. Non dimenticatevi i dakuten in alto a destra!
Hiragana が ga Il carattere "ga".

Hiragana ぎ gi Il carattere "ghi".

Hiragana ぐ gu Il carattere "gu".

Hiragana げ ge Il carattere "ghe".

Hiragana ご go Il carattere "go".

Non tutte le serie delle varie consonanti si comporteranno così, ma solo alcune, quindi non preoccupatevi!
I simboli-base dell'hiragana in tutto sono 46. Li imparerete tutti senza neanche accorgervene!

La lezione 6 è finita!

Esercitatevi nella scrittura e rivedete le lezioni passate. La prossima lezione ci permetterà di imparare i mesi giapponesi!